sabato 14 febbraio 2009

La terra è bassa... ovvero l'orto vuole l'uomo morto.


Il titolo dice già tutto. La "green life" è devastante. Specialmente quando decidi di piantare, così, al tuo primo esperimento contadino, più di 100 piante di piselli e altrettante di fave.
Quando le semini, però, pensi che tanto è inverno, che non c'è bisogno di bagnarle o curarle, perché piove, si bagnano da sole. E allora pensi che 100 piante di fave non sono poi così tante.
Ma tutta questa pioggia ha sì bagnato le tue fave e i tuoi piselli ma ha anche abbondantemente concimato gramigna, acetosella, borragine e svariate altre centinaia di erbe selvatiche infestanti. Che non crescono in fila come le tue fave e i tuoi piselli. Le erbacce sono anarchiche, crescono senza regole, proprio lì dove gli garba, senza curarsi delle file, dei sesti, degli spazi da rispettare. E l'anarchia le rende alte, radicate, rigogliose. I tuoi piselli, invece, schierati come tanti piccoli soldatini soffrono, non crescono, si piegano e sembra quasi che chiedano aiuto. Tu gli passi vicino, ogni giorno. Il primo giorno pensi che c'è qualche erba. Il secondo giorno pensi che quelle erbette crescono. Il terzo pensi "maledette erbette". Il quarto le ignori e ti soffermi a guardare gli uccelli della passa. Il quinto cerchi di ignorarle, perché ormai sono piuttosto alte... Dal sesto giorno decidi di fare un'altra strada e fai un po' come gli struzzi, nascondi la testa per non vedere. In questo caso le erbacce. Poi un giorno, ormai non puoi più quantificare quanti ne sono passati, ti senti un po' masochista e passi davanti ai tuoi piselli e alle tue fave. Vai avanti e indietro, aguzzi la vista, ti abbassi per vedere meglio ma non li trovi. I tuoi piselli e le tue fave non ci sono più. All'inizio pensi che siano andati in vacanza, che magari hanno trovato un last minute. Poi ti riprendi, ti ricordi che piselli e fave non viaggiano e allora capisci. E ti viene un colpo. Le erbacce anarchiche hanno avuto la meglio sui tuoi soldatini. E pensi: "Merda!". Allora aspetti un giorno soleggiato (e nel frattempo le erbe continuano a crescere imperterrite) e ti armi di santa pazienza e di zappa. Già, la zappa. Cerchi nel garage, nella stalla, nella rimessa, sotto l'arco, vicino al parcheggio, ovunque. E la zappa non c'è. Sarà partita lei per un viaggio last minute. Pensi che tu in fondo sei nuova di questa casa e magari non sai dov'è lo stanzino segreto degli attrezzi. E chiedi al Professore. Lui ti guarda, poi guarda negli stessi posti in cui hai cercato tu, ti guarda ancora e allarga le braccia. Poi però sorride e ti dice "aspetta, te ne do un'altra". E tira fuori una zappa minuscola. Se Barbie ne avesse avuta una sarebbe stata così. Manico di ferro rosso, alto non più di cinquanta centimetri, ovviamente non fissato. Il che equivale a dire che ad ogni colpo la zappa vola via. E pazienza, ti abbassi verso la terra e zappi. E zappi. E zappi. E zappi. E zappi ancora. E sembra non finire mai. Quando ormai sei distrutta, in maglietta a maniche corte al 14 febbraio dalla fatica, con le mani piene di calli, il tuo fidanzato ti viene in aiuto. Arriva come un vero uomo, armato di motozappa. Uno di quegli attrezzi riservati agli uomini, tipo il seghetto alternativo. E non sai se sta arrivando per amore, per pietà o per fave e piselli. Più probabilmente per questi ultimi. E in poco tempo ti salva. Tritura tutte le erbacce, sorride e ti dice: "AmOre, hai fatto un ottimo lavoro". E dopo poco è tutto finito. I piselli e le fave sono magicamente riapparsi. E le erbacce sono sparite.
A quel punto ti ricordi che tu non sei un contadino qualunque, in fondo sei chic e vieni dal mondo della moda. E anche l'occhio vuole la sua parte. Ti armi di rastrello e inizi a passarlo secondo uno schema segretissimo tra le file. E dopo un'ultima mezz'ora di duro lavoro hai quello che hai sempre sognato. O che perlomeno il tuo fidanzato ha sempre sognato. Un orto zen. Con i solchi del rastrello, qualche pietra qua e là e nessuna erbaccia. Soprattutto nessuna erbaccia. Non si sa per quanto. Ma ormai sei zen. Ti godi il momento e ti ripeti in maniera quasi ossessiva che sei zen. E inizi a pensare di comprarti un libro sulla permacoltura.

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